Come usare l’acqua di cottura della pasta per fertilizzare le piante

Quando si scola la pasta, quasi sempre si butta via l’acqua pensando che non serva più. Invece può tornare utile, soprattutto in giardino sul balcone. Se non contiene sale, quell’acqua è piena di sostanze che le piante gradiscono. Basta sapere come e quando usarla. Niente formule strane o trucchi da esperti, solo un po’ di attenzione qualche accorgimento pratico.

Cosa contiene l’acqua di cottura?

L’elemento più interessante nell’acqua di cottura è l’amido. Quando la pasta cuoce, rilascia una parte di questo composto che, una volta nel terreno, può aiutare le radici ad assorbire meglio alcuni nutrienti. L’amido non è un concime diretto, ma migliora la struttura del suolo può facilitare l’azione di batteri benefici. Non è una pozione magica, ma funziona se usata con criterio.

Una regola importante non salare l’acqua. Il sodio, presente nel sale da cucina, tende ad accumularsi nel terreno e può danneggiare le radici. Anche piccole quantità, col tempo, diventano un problema. Perciò, se si prevede di usare l’acqua per le piante, meglio cuocere la pasta senza sale. Tanto si può sempre aggiustare il piatto nel piatto, col sale a crudo.

Prima di versarla sulle piante, va fatta raffreddare. Usare acqua bollente sul terreno sulle foglie rischioso: può causare scottature e stressare inutilmente la pianta. Meglio aspettare che sia a temperatura ambiente. Se si è di fretta, si può immergere il contenitore in una bacinella con acqua fredda, così si accelera un po’ il processo.

Come utilizzare l’acqua di cottura per le tue piante

L’uso più semplice è quello diretto sul terreno. Una volta fredda, l’acqua si può versare attorno alla base della pianta, evitando ristagni. Se si esagera con le quantità, le radici potrebbero soffocare. Meglio dare poco e spesso, come si fa con l’acqua piovana raccolta. osservare sempre la reazione delle piante, che è il miglior termometro.

Si può anche spruzzare sulle foglie, ma con più cautela. Alcune piante amano l’umidità e assorbono nutrienti anche dalle foglie, altre invece si ammalano se restano bagnate troppo a lungo. In ogni caso, usare un nebulizzatore fine e fare dei test su poche foglie prima di andare a tappeto è un buon modo per evitare danni.

Alcuni diluiscono l’acqua in parti uguali con acqua pulita. Non è obbligatorio, ma può essere utile soprattutto con piante più sensibili o se si è usata molta pasta e quindi l’acqua è molto ricca. La diluizione riduce la concentrazione di amido e rende il tutto più leggero. Anche qui: dipende dalla pianta, dal terreno e dal periodo.

Come conservare l’acqua di cottura

L’acqua avanzata non va sprecata. Si può conservare in frigo per qualche giorno, dentro bottiglie ben chiuse. Dopo quattro o cinque giorni però inizia a fermentare, si sente subito dall’odore. A quel punto è meglio buttarla. Non è pericolosa, ma il rischio è attirare moscerini o peggiorare la qualità del terreno. Meglio usarla fresca.

C’è chi la usa anche per le piante da appartamento. Funziona, purché non si esageri. I vasi piccoli trattengono meno liquidi, quindi basta poca acqua. Una tazzina, a volte, è più che sufficiente. Le piante grasse, ad esempio, non gradiscono troppa umidità. Al contrario, felci e piante tropicali rispondono bene, se trattate con regolarità.

Anche l’acqua di cottura delle verdure può essere riutilizzata allo stesso modo. Spesso e ancora più ricca di minerali. Se non si aggiunge sale, diventa un liquido nutriente per molte piante. Contiene tracce di calcio, magnesio, ferro, e dipende molto dal tipo di verdura usata. Carote, spinaci e cavoli, ad esempio, lasciano molte sostanze nell’acqua.

Ultimi consigli e la questione sostenibilità

Chi cucina spesso può accumularne parecchia in pochi giorni. Per evitare sprechi, conviene tenere un contenitore nel frigo dedicato solo a questo. Quando è pieno, si distribuisce tra le piante. Magari innaffiando a giorni alterni, così si dà tempo al terreno di assorbire senza saturarsi. È un’abitudine semplice, che richiede solo un minimo di costanza.

C’è un aspetto da non sottovalutare: usare l’acqua di cottura aiuta anche a consumare meno acqua pulita. In un periodo in cui le risorse sono sempre più preziose, ogni gesto occulta. Di utilizzare i liquidi già usato in cucina e un passo pratico verso uno stile di vita più attento e sostenibile, senza diventare estremisti.

Ultima nota: se l’acqua viene usata anche per lavare lo stoviglie rimane nei pentolini a lungo, va sciacquata via prima dell’uso. I residui di sapone, grasso cibo possono danneggiare le piante. Non serve essere realizzare nulla, ma un minimo di buon senso si deve avere. Usare acqua pulita, anche se di seconda mano, è sempre la scelta più sicura.

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